La Casa perferie “Convento di S. Bernardino” a Montefranco (TR) si trova lungo la Via Francigena o Cammino di S. Francesco. L’Umbria è conosciuta in tutto il mondo, infatti, come la terra di Francesco, nutrita di una spiritualità? che parla di amore per le piccole cose, di rispetto e gratitudine per il creato, di accoglienza generosa dell’altro, chiunque egli sia. La si può percorrere a cavallo, a piedi o in bicicletta. Ci sono varie lunghezze e vari livelli di difficoltà?.
Camminare lungo la Via di Francesco, allora, costituisce un autentico cammino dello spirito, che viene incontro al desiderio dell’uomo, anche dell’uomo d’oggi, di ricercare nelle profondità? di sé stesso il senso della propria esistenza. Ed allora ecco che al termine della quarta tappa Piediluco-Arrone, di 13 km, una sosta nella Casa perferie “Convento di S. Bernardino” è l’ideale per un momento di relax tra mente, corpo e spirito.
Sulla sponda sinistra del fiume Nera, a pochi passi dalla Casa perferie “Convento di S. Bernardino”, in posizione strategica lungo antichi percorsi tra l’Umbria e il Lazio, Arrone è un centro formato da due nuclei abitativi. Il più antico, detto “La Terra”, corrisponde al castello feudale degli Arroni, che lo fondarono nell’XI secolo.
Da vedere il campanile civico, la torre “degli olivi”, la chiesa trecentesca di San Giovanni Battista, la collegiata cinquecentesca di Santa Maria Assunta e l’ex-convento di San Francesco, che risale alle prime fasi degli insediamenti francescani, databili alla metà? del XIII secolo. Oggi il complesso è sede del Parco fluviale del Nera.
La valle del Nera, che fino alle porte di Ferentillo ha prevalentemente l’aspetto di una gola, qui diviene una vallata, con una maggiore estensione delle superfici pianeggianti. Il comune è formato da due abitati, Matterella e Precetto, che sorgono arroccati sui rilievi del Gabbio e di Monte Sant’Angelo con la chiara funzione di guardia e di difesa della viabilità? in corrispondenza della gola del Nera. Per chi ama i luoghi d’arte meno noti, si segnalano la chiesa di Santo Stefano a Precetto del XVI secolo (nella cripta sono sepolti alcuni corpi che hanno subito il processo di mummificazione naturale grazie alle particolari condizioni ambientali e alla natura chimica del terreno) e la pieve di Santa Maria a Matterella, del 1494.